martedì 30 ottobre 2007

ATTICA PRISON: A GUIDED TOUR

side one: Attica blues/Invocation/Steam pt.1/Invocation to Mr.Parker/Steam pt.2
side two: Blues for brother George Jackson/Invocation/Ballad for a child/Goodbye sweet pops/Quiet dawn

Mi sbilancio dicendo che forse è l'album più bello di tutti i tempi (e non dico altro: continuerei a sbilanciarmi). Vediamo invece da cosa nacque.

Nel 1971, ai detenuti di Attica era concesso un rotolo di carta igienica per persona al mese. Potevano fare una doccia alla settimana. Ai musulmani neri non era permessa alcuna cerimonia religiosa e qualsiasi tipo di riunione nel cortile della prigione con più di tre musulmani era punibile con l’isolamento. La maggior parte delle portate sia a pranzo sia a cena includeva carne di maiale. La biblioteca della prigione non possedeva quotidiani, ma alcuni prigionieri si erano abbonati a proprie spese ad alcune riviste, da cui le guardie sistematicamente ritagliavano qualsiasi articolo che trattasse questioni legate ai prigionieri e ai loro diritti.
Il 2 luglio 1971, i detenuti di Attica richiesero al commissario alle carceri Russell G. Oswald, che aveva ricevuto l’incarico solo sei mesi prima, di impegnarsi a risolvere questi problemi, cioè di garantire il rispetto dei diritti e delle garanzie riconosciuti dai tribunali ma capricciosamente e illegalmente negati dalle guardie carcerarie della prigione. Pur essendosi impegnato a incontrare i carcerati per discutere delle loro lamentele, Oswald non trovò mai il tempo per farlo.
Il 22 agosto, i prigionieri fecero un digiuno silenzioso in memoria di George Jackson, il rivoluzionario nero ucciso il giorno prima a San Quentin, in California, dalle guardie carcerarie.
Non ci fu violenza nella manifestazione di Attica, ma il silenzio e le fasce nere a lutto alle braccia dei detenuti irritarono il sovrintendente Mancusi e il suo staff.

Quello che successe poi tra giovedì 9 settembre e lunedì 13 settembre leggetelo direttamente dalla pagina del net-magazine di San Vittore da dove ho tratto il paragrafo precedente.


Il seguente invece è tratto da un'intervista a Michel Foucault dopo la visita dell'Attica Prison nell'aprile 1972.

"Quel che mi ha colpito forse prima di tutto ad Attica è l'entrata, questa specie di fortezza fittizia in stile Disneyland. Dietro questo paesaggio grottesco che schiaccia tutto il resto, si scopre che Attica è una immensa macchina. E' questo aspetto macchina che maggiormente colpisce, questi interminabili corridoi pulitissimi e ben riscaldati che impongono a coloro che li percorrono delle traiettorie ben precise, calcolate evidentemente per essere le più efficaci possibile e al contempo le più facili da sorvegliare, le più dirette. Sì... e tutto questo termina con degli immensi laboratori, come il laboratorio di metallurgia, dove tutto è pulitissimo e sembrerebbe prossimo alla perfezione. Un ex detenuto di Attica, che ho incontrato l'altro ieri, mi ha detto che questi famosi laboratori, che sono così pronti a mostrarvi, sono pericolosissimi, che numerosi detenuti vi sono stati feriti. Ma a prima vista l'impressione che se ne ha è quella di visitare qualcosa di più che una semplice officina - di visitare una macchina, l'interno di una macchina. Allora naturalmente la questione che si pone è: che cosa produce la macchina? A che serve questa gigantesca installazione e cosa ne viene fuori? All'epoca in cui sono stati concepiti Auburn e la prigione di Filadelfia, che sono serviti da modello (fino a oggi con poche modifiche) alle grandi macchine d'incarcerazione, si credeva che effettivamente la prigione producesse qualcosa: degli uomini virtuosi. Ma si sa oggi, e l'Amministrazione ne è perfettamente cosciente, che la prigione non produce niente di questo genere. Che essa non produce niente di niente. Che si tratta unicamente di uno straordinario gioco di destrezza, di un meccanismo del tutto singolare di eliminazione circolare: la società elimina spedendole in prigione delle persone che la prigione spezza, schiaccia, elimina fisicamente: una volta che queste persone sono state spezzate, la prigione le elimina liberandole, rimandandole nella società; qui la loro vita in prigione, il trattamento che hanno subìto, lo stato in cui ne sono usciti, tutto concorre a fare sì che immancabilmente la società li elimini di nuovo, rispedendoli in prigione, la quale eccetera. Attica è una macchina per eliminare, una specie di enorme stomaco, un rene che consuma, distrugge, macina e poi rigetta - e che consuma al fine di eliminare quello che è già stato eliminato. Lei si ricorda che, quando abbiamo visitato Attica, ci hanno parlato delle quattro ali della costruzione, e dei quattro corridoi, i quattro grandi corridoi A, B, C, e D. Ebbene ho saputo, sempre dallo stesso ex detenuto, che ne esisteva un quinto, di cui non ci hanno parlato, il corridoio E. Lei sa a cosa serviva questo corridoio? E' semplicemente la macchina della macchina o piuttosto dell'eliminazione, dell'eliminazione al secondo grado: l'ala psichiatrica. E' lì che si mandano quelli che non si riescono a integrare nella macchina e che la macchina non riesce ad assimilare secondo le sue norme: quelli che il suo processo meccanico e inadatto a macinare, rendendo così necessario un altro meccanismo."

Per altre foto della macchina date un'occhiata a quest'indirizzo.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Tristezza a palate...

Anonimo ha detto...

ma che per caso stai per scrivere anche te la Storia secondo GT, tipo quella di Bruno Vespa?!
arrogante!
inutile.
scadente.
persino eritematico.

george ha detto...

suvvia... edgar moren ha riscritto il metodo cartesiano, e non è mica arrogante.
e poi perché chiamare in causa l'osceno BrVesp?
shepp, foucault e un detenuto di san vittore... io non ho scritto nulla... fate voi, cari pectodril e frenadol... proverei un canesten per gli eritemi... e poi c'è pollarin, fantastico per la pipì da ansia (vi sfido a trovare la citazione)

saluti musicali, wyatt

Anonimo ha detto...

il pollarin è tratto dal mitico "maledetto il giorno che t'ho incontrato" ,Verdone lo consiglia alla Buy..
Ho vinto qualche cosa???

george ha detto...

grazie r.g.s.
commosso ti consegno tutta la mia stima

Anonimo ha detto...

Saluti musicali!!!!
Terry Gilliam